Succede. E succede più spesso di quanto si pensi.
Donne giovani, sportive, mamme allenate, atlete di crossfit o appassionate di HIIT che, dopo uno squat pesante, un salto, una corsa o un push press… si ritrovano con una perdita di urina. Piccola o grande, comunque fastidiosa. Eppure si sentono in forma, “toniche”, “forti”. Quindi — perché succede?
Spoiler: non è solo questione di muscoli forti. È questione di muscoli funzionali, coordinati, e capaci di rispondere in sinergia col respiro.
Il pavimento pelvico non è un muscolo a sé. È un sistema.
Il pavimento pelvico è l’insieme di muscoli e tessuti che chiude inferiormente il bacino. È la “base” su cui poggiano gli organi interni. Ma è anche parte attiva del “core”, stabilizza, assorbe i carichi, sostiene, contiene. Lavora in accordo con il diaframma toracico, il muscolo principale della respirazione.
Ogni volta che inspiri, il diaframma si abbassa — e il pavimento pelvico deve saper accogliere. Quando espiri, il pavimento pelvico può risalire. Questo meccanismo, se è ben coordinato, protegge. Ma se è alterato, cede. Il rischio dell’ipertono mascherato da forza.
Nella cultura del fitness spesso si parla di “attivare il core”, “stringere il pavimento pelvico”, “contrarre”, “tenere”. Ma la tenuta cronica non è forza funzionale. È rigidità.
E un muscolo rigido:
- non ammortizza i carichi
- non reagisce con tempismo
- non si adatta alla pressione intra-addominale
Risultato? Al primo salto, corsa o sforzo esplosivo, la pressione interna trova una via di fuga. E quella via è spesso l’uretra.
L’errore più comune: rinforzare senza integrare
Allenare solo il “core” superficiale, senza coinvolgere diaframma, respiro e pavimento pelvico, crea squilibri. Aggiungere carico o complessità senza una base coordinativa solida è un errore diffuso.
Il pavimento pelvico non ha bisogno solo di rinforzo. Ha bisogno di:
- rilassarsi per poi contrarsi
- coordinarsi con il diaframma in ogni gesto
- adattarsi ai carichi interni ed esterni
- essere educato a sentire, non solo a eseguire
Cosa può fare un/una personal trainer consapevole
1. Osservare:
Se un cliente (soprattutto donna) segnala perdite, senso di pesantezza o fastidio al bacino, non minimizzare.
2. Chiedere:
C’è consapevolezza del perineo durante l’allenamento? Si sa come respira davvero quella persona?
3. Integrare:
Inserisci esercizi di coordinazione diaframmatica e recupero del respiro durante i workout, specie nei protocolli intensivi.
4. Collaborare:
Valuta una rete con operatori esperti in attivazione pelvica e respiro funzionali.
La vera forza parte da dentro
Allenarsi senza includere il pavimento pelvico e il respiro è come costruire un grattacielo su fondamenta fragili. Non si tratta di allenare di meno, ma di allenare meglio. Un corpo funzionale è un corpo che non cede, ma nemmeno si irrigidisce.
Ascoltare il respiro e restituire dignità al perineo è un atto di intelligenza corporea — e anche un investimento per prevenire traumi, infortuni, disagi (e imbarazzi) futuri.