La storia dell’universo, di cui noi facciamo parte, non può essere raccontata se non sotto una forma mitica, o prendendo la scienza come riferimento. La scienza si occupa di oggetti. Il mito, le storie invece di soggetti. Siccome ogni essere possiede tutti e due i modi…d’essere, nessuno dei due è completo senza l’altro.
Ma purtroppo negli ultimi 400 anni, facendo sempre di più fiducia ad un mito meccanicistico e distorto del progresso continuo, basato su delle informazioni scientifiche sempre maggiori, abbiamo finito per ridurre il mondo naturale ad essere una risorsa per l’utilizzo da parte della civiltà umana. Abbiamo così saccheggiato letteralmente il mondo dei non umani e la Terra, per trarre sempre più benefici apparenti per noi umani.
“Assaltando “industrialmente” il nostro pianeta, facendo diminuire la sua diversità ed abbondanza, ci ritroviamo però impoveriti nelle nostre risorse economiche, nei nostri processi immaginativi, nella nostra sensibilità umana, e in parecchi aspetti importanti delle nostre intuizioni intellettuali”.
– La storia dell’Universo Brian Swimme e Thomas Berry
Abbiamo dunque perso in tutti questi anni, sempre di più, l’aspetto mitologico, di chi siamo, da dove veniamo e dove miriamo.
Noi siamo delle creature che cercano non solo le spiegazioni ma anche i significati degli avvenimenti, e le figure mitiche con la loro realtà senza tempo, ci comunicano ancora oggi dei significati importanti per noi…e alle quali il mondo materiale/scientifico non pare sufficiente per orientarsi…
“Il mito è quell’apertura segreta, attraverso la quale l’inestinguibile energia del Cosmo è versata in tutte le manifestazioni della cultura umana”
— Joseph Campbell
Questa bella e importante affermazione di Joseph Campbell, è stata la guida per centinaia di migliaia di anni dove gli uomini, attraverso la creazione degli Dei hanno cercato di spiegarsi il loro desiderio di trascendenza, di quei momenti rari nella nostra vita dove sembra che ci possiamo avvicinare ad un’altra realtà, che non sia solo la realtà fisica e meccanicistica del mondo materiale.
“Un pensiero mitologico fa riferimento al passato, non al futuro. Porta ed incanala l’attenzione agli inizi “sacri” a degli eventi primordiali, ai fondamenti della vita umana” — Karen Amstrong
E uno degli inizi “sacri” per noi umani è senz’altro il primo viaggio eroico che affrontiamo insieme a nostra madre al momento della nostra nascita.
Otto Rank, in un libro di pochissime pagine, intitolato “Il Mito della nascita dell’Eroe”, afferma che siamo tutti degli eroi, per il semplice fatto di essere nati.
“Ognuno di noi ha subito una trasformazione straordinaria: una piccola creatura delle acque – che vive nel regno del liquido amniotico – abbandona quella condizione per diventare un mammifero che respira e arriva infine ad autosostenersi. È una trasformazione enorme ed è un atto eroico a tutti gli effetti. È sicuramente un atto eroico da parte della madre aver dato vita a questa creatura. Si tratta della forma primaria dell’eroe, potremmo dire.” — Otto Rank
Otto Rank colloca l’origine dell’angoscia nel trauma della nascita. Occorre ricordare che la stessa parola “angoscia” proviene dal latino “angustia” (da angere, stringere). La prima difficoltà che affronta l’essere umano quando nasce è proprio quella di attraversare il canale del parto, la cui principale caratteristica è di fatto la strettezza.
Un altro momento “sacro” è sicuramente l’atto del concepimento tra uovo e spermatozoo, che ci introduce all’embrione, oppure lo sviluppo dei primi animali pluricellulari 700 milioni di anni fa, o la formazione della prima cellula eucariota, proprio come quelle degli organismi odierni 2 miliardi di anni fa, o l’apparire della vita sulla terra 4 miliardi di anni fa con i primi batteri procariotici, o il formarsi nella galassia della Via Lattea del pianeta Terra, 5 miliardi di anni fa, o ancora la nascita delle prime stelle, 14 miliardi di anni fa, dopo il big bang originario…17 miliardi di anni fa…
Ma perché l’embriologia e la mitologia?
“Ci siamo progressivamente allontanati e alienati da ogni profonda esperienza delle misteriose forze al lavoro nell’universo. L’anima umana si rattrappisce a poco a poco, auto-referenziandosi sempre di più, e perdendo il contatto vivente, organico con tutte quelle esperienze corroboranti di fenomeni naturali che hanno guidato e invigorito tutte le attività umane da migliaia e migliaia di anni. — La storia dell’Universo Brian Swimme e Thomas Berry
Mettersi in comunione con queste forze al lavoro fin dall’inizio dell’Universo e offrire delle interazioni cerimoniali con i vari fenomeni naturali è sempre stata la maniera tradizionale dei popoli di cultura orale per attivare ed ingrandire il loro modo di essere umani”.
La Biodinamica Craniosacrale ci incanala invece proprio verso queste forze al lavoro nell’essere umano, che come Franklyn Sills ben dice, sono proprio le stesse forze che sono al lavoro nell’universo, che lo hanno creato, organizzato e che continuano ad espanderlo…
E non c’è momento più ricco e forte dove possiamo ammirare l’incredibile Intelligenza (con la I maiuscola, come diceva il dott. Sutherland), di queste forze al lavoro, se non nelle otto prime settimane di differenziazione embrionale.
Il lavoro degli ultimi venti anni della Biodinamica Craniosacrale, orientandoci sempre di più a queste prime settimane di sviluppo embrionale, cerca di riallacciarsi a queste forze al lavoro, che abbiamo trascurato, abbagliati dalle tante informazioni tecniche e dataistiche dei nostri tempi.
Nel nostro lavoro di operatori della Biodinamica da vent’anni a questa parte ritorniamo sempre più spesso alle nostre origini, alle origini della nostra forma umana, accorgendosi che quelle prime settimane sono completamente intrecciate con tutto il periodo fetale che segue, e con il processo della nascita e con la nostra vita futura di esseri umani: e questo proprio perché ci interessa la globalità della persona, l’interezza che si annuncia già fin dal primo momento del concepimento. Quando accogliamo una persona nel nostro studio ne accogliamo l’aspetto totale, e sempre di più possiamo relazionarci proprio alle sue prime esperienze di essere nel mondo, all’interno di quell’universo che per il nascituro è il ventre materno.
“L’embrione nonostante i molteplici cambiamenti di forma che attraversa continuamente, non perde mai la sua interezza, il suo disegno originale (la matrice originale che ha ricevuto al momento del concepimento,) e il nostro lavoro di operatori della Biodinamica è quello di imparare a non interferire con quella precisione di disegno architettonico, e permettere a questo progetto originale, che ha permesso alla forma di esprimersi, di guidarci nell’esplorazione di come quest’organismo ha bisogno di guarire proprio ora, proprio qui, nel momento presente”. — Katherine Ukleja Embriogenesi
Ed allo stesso tempo la nostra abilità di operatori Biodinamici è quella di accogliere questa storia microscopica embrionale in un contesto vasto ed espanso: dunque si, accogliere una visione globale dell’essere umano nel suo microcosmo cellulare, ma anche nella sua immensità cosmica, di organismo con una coerenza ed un funzionamento integrale con tutti gli altri organismi e con la Madre Terra. E questo lo possiamo fare solo facendo fiducia al mito, alla tradizione orale, ai racconti e a quel sentimento di comunione con le varie componenti della comunità terrestre, che era così spiccato fin dall’inizio della storia umana.
“Proprio per la sua qualità organica, la Terra non può sopravvivere in frammenti…Il benessere del pianeta è la condizione necessaria per il benessere di ogni altro componente della comunità planetaria…E preservare la salute del pianeta deve essere il primo impegno di un operatore della Salute, come preservare il mondo naturale, visto come rivelazione sacra primordiale, dovrebbe essere la base di ogni religione…Il benessere della Terra è primario. Il nostro benessere di essere umani deriva dal suo benessere”. — La storia dell’Universo Brian Swimme e Thomas Berry
E quando durante una sessione di Biodinamica Craniosacrale, dopo esserci assestati ed aver testimoniato il cambiamento olistico del nostro cliente, l’apparire dunque della sua interezza, espandiamo il nostro campo di percezione a partire dalla linea mediana ed apriamo questa intimità di relazione al di là del campo ristretto di operatore e cliente, ci accorgiamo che …“ogni cosa è sempre esistita all’interno di questo unico abbraccio dell’immensità del mondo, dove i misteri arcaici dell’esistere sono sempre stati condivisi…” La storia dell’Universo Brian Swimme e Thomas Berry
– Articolo concesso da Remo Rostagno
– In Faversham Gennaio 2023 – ®copyfree